MARIO BASSO
Mario Basso offre un panorama del proprio operare architettonico assai problematico e articolato. In un intervento critico recente - il commento alla Facoltà GAMA di Graz - chiarisce in modo particolarmente esplicito le sue posizioni, quando afferma che “l’edificio deve essere messo insieme in accordo con certe regole: la legge di gravità e la geometria dettano queste cose, come le leggi del suono e della formazione della parola dettano certe vocali, consonanti...Queste forze imperative creano ciò che può essere definita la “sintassi architettonica”. Sembra chiaro il riferimento al paradigma dell’unità dell’edificio, anche se, ad esempio in rapporto alla città, ammettendo che “si possano avere solo pensieri settoriali, parziali, frammentari” che però devono condurre a progettare fabbricati “capaci di stare insieme”, cioè ordinati, introduce il criterio dell’articolazione e disarticolazione delle parti e quindi si porta sul versante dell’unità difficile. Il rapporto con la tradizione e la storia non è espresso direttamente nelle parole, ma é possibile farsene un'idea dalla descrizione dei suoi edifici. Nella casa di Viale Trieste “la geometria strutturale della pianta nasce in ‘assonanza’ con il tessuto urbano lungo il viale e la regolarità del rettangolo di base è stata distorta per un’esigenza visiva...la vista della chiesa”. Questo rapporto con il contesto é dunque dettato da preoccupazioni di carattere geometrico-visivo, più che da continuità storiche e quindi non può essere contestuale nel senso definito da Franco De Faveri.
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Museo, aerostazione ed hotel, Trento (1988-1992)
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La casa sul pendio, Trento (1983-1986)
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Sede dell’Associazione Artigiani, Trento (1984-1987)
TRA REGIONALISMO E TENDENZE ALLA TRIENNALE DI MILANO
Fascicolo biblioteca "architetti trentini" del n. 7/97 di Luoghi