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Il museo Caproni pronto al via

 

Il plastico del progetto opera dell'ing. Mario Basso:

1) sede dell'aerostazione; 2) aerhotel; 3) auditorium e servizi; 4) sede del museo; 5) futuro ampliamento

di ANTONINO VISCHI

 

L’idea di portare a Trento un museo dell’aeronautica dedicato al genio dell’ingegner Gianni Caproni, sembrava una di quelle destinate a rimanere nel cassetto dei sogni. Invece é maturata nel giro di alcuni mesi dal momento in cui la contessa Maria Fede Caproni, l'avv. Martino Aichner, il presidente della società dell’aeroporto di Mattarello, il dott. Erio Volpi ed alcuni amici appassionati di aeronautica portano la proposta all'assessore alla pubblica istruzione Tarcisio Andreolli.

Il «museo Caproni» sta per diventare una realtà grazie alla disponibilità di Maria Fede Caproni che con la Provincia ha sottoscritto una convenzione per la cessione in comodato di un grosso patrimonio di

velivoli storici, nati dal genio di Gianni Caproni che con le sue intuizioni diede un contributo decisivo allo sviluppo dell’aviazione mondiale, precorrendo addirittura i tempi. La Provincia dal canto suo ha fatto rapidamente la sua parte finanziando l'iniziativa che ovviamente aveva bisogno di una sede adeguata, inserita in un più ampio progetto per una nuova aerostazione aeroportuale. E ieri il progetto, scelto fra quattro elaborati presentati, é venuto alla luce. E' opera dell’ingegner Mario Basso, mentre l’impresa costruzioni Zorzi di Trento si é aggiudicata i lavori. Prevede la realizzazione di quattro edifici costituenti un blocco unico ed omogeneo che dovranno sorgere immediatamente a nord dell’attuale palazzina dell’Aero club Trento destinata a scomparire non appena ultimati i lavori. Il  primo edificio sarà sede dell’aerostazione vera e propria, su due piani, ove troveranno ospitalità gli uffici dell'aeroporto, quelli dell’Aero club, i servizi aeroportuali e la torre di controllo. Adiacente all’aerostazione é previsto un piccolo «Aerhotel» con ristorante, con alle spalle un basso edificio ove troveranno collocazione un piccolo auditorium con un centinaio di posti a sedere, un reparto restauro e piccola manutenzione dei velivoli storici, gli uffici del museo ed i servizi. L’ultimo corpo, un arioso e luminoso capannone rettangolare di 1.500 metri quadrati di superficie ma strutturato in modo da poter essere ulteriormente ampliato verso nord, ospiterà il museo aeronautico vero e proprio. 

Il progetto é stato presentato ieri dall’assessore Andreolli e da Guido Lorenzi, presenti la contessa Maria Fede Caproni, l’avv. Martino Aichner, il presidente dell’Aero club di Trento, Vigilio Coser e il consigliere delegato della società dell’aeroporto Caproni Erio Volpi al quale é toccato il compito di illustrare i particolari tecnici, ma soprattutto di annunciare che i lavori dovrebbero iniziare nella primavera prossima ed essere ultimati prima dei campionati mondiali di sci nordico del 1991 in Fiemme e Fassa. 

Cosa andrà a contenere il capannone espositivo per ora é ancora un segreto. La contessa Maria Fede Caproni ha fatto qualche anticipazione, ha parlato di velivoli che hanno tappe importanti nella storia dell’evoluzione del volo: accanto al C9, un rivoluzionario monoplano costruito nelle officine Caproni nel 1911, primo velivolo adottato dall’aviazione militare italiana che sino ad allora si era rivolta all’industria straniera, ci sarà un Caproni-Bristol, primo velivolo ad adottare un impianto frenante, frutto della collaborazione della Caproni con l’industria aeronautica inglese; e l’aereo di Palli e D’Annunzio del volo su Vienna; poi, tanto per citare i «pezzi» più prestigiosi, é previsto l'arrivo (ma ci vorrà qualche anno) di uno dei famosissimi trimotori Caproni da bombardamento, attualmente in fase di restauro negli Stati Uniti.

E tanti, tanti altri esemplari di velivoli passati alla storia: inizialmente saranno trentasei (più di tanto il capannone non potrebbe contenere) e sono già arrivati in Trentino e ricoverati in un capannone nella zona di Rovereto per gli eventuali restauri ai quali sovraintenderà personalmente la contessa Maria Fede Caproni.

Quello di Trento non sarà un museo nel senso tradizionale del termine: sarà qualche cosa di vivo e da vivere, che farà conoscere, nell’epoca delle imprese spaziali, la lunga storia delle conquiste umane nel cielo della quale Gianni Caproni ha scritto pagine che ancora oggi, malgrado !’evoluzione delle tecniche aeronautiche, hanno una straordinaria attualità.

La realizzazione del progetto, é ovvio, avrà dei costi: il primo lotto di lavori che riguarderà le strutture murarie pure e semplici costerà circa un miliardo e mezzo, l’intera opera completa in tutti i suoi particolari, circa cinque miliardi e mezzo. Ma i finanziamenti ci sono già per cui ora si tratta di stringere i tempi per poter dare il via ai lavori entro la primavera prossima. Le formalità burocratiche, sia nei confronti del Comune che di Civilavia, sono già avviate. Il museo dell’aeronautica Caproni non é più solo un’idea ambiziosa, ma sta per divenire realtà. Una realtà diversa dagli altri musei dell’aeronautica esistenti (peraltro pochi) perché non si limiterà ad esporre velivoli o parti di essi di assoluto valore storico, ma racconterà, alle nuove generazioni, la storia del volo umano e quella degli uomini che, come Gianni Caproni, l’hanno scritta.

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