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Piazza Matteotti

Vicenza

1986

collaboratori:

arch. Annalisa De Concini

Per sviluppare una proposta globale di  riqualificazione  dell'area  dell'ex-Macello  e per il riassetto generale della zona di piazza Matteotti e risolverne i numerosi problemi (zona di transito  e di parcheggio  di mezzi di trasporto leggeri e pesanti, un posto dove non ci si ferma per il piacere di farlo, rumoroso e visivamente mal bilanciato e disordinato), l'esigenza  imperativa era di comprendere la struttura  urbana e in particolare il significato di quella parte di città, prendere in considerazione  la sua  logica, le sue  forme e la  sua  storia,  non  però  con  lo  scopo  di imbalsamarla ma bensì per creare nuovi tipi di spazi capaci  di arricchirla e tali da soddisfare le esigenze odierne  di  carattere pratico.

Si è approfittato dell'ampia possibilità  di manovra offerta dall'indeterminatezza del bando  di concorso  per avanzare strategie complessive di modificazione e di trasformazione dell'area, piuttosto che proporre operazioni di maquillage o disseminazioni di elementi di arredo per riqualificare piazza Matteotti.

Ecco il concetto fondatore dell'intervento proposto: la costituzione di nuovi spazi come continuità della realtà esistente, dove gli elementi sedimentati nella cultura della città ritrovano una rinnovata esistenza nell'insieme  unitario delle nuove relazioni spaziali e formali.

Questa è un'iniziativa che non né solo di demolizione e ricostruzione ma anche di riorganizzazione, di  correzione  e di  ripristino  di  identità  e  rapporti  spaziali,  soprattutto là dove, con la realizzazione di Viale Giuriolo, si era creato uno sfondamento di piazza Matteotti sul suo lato sud-orientale.

Cosi, alla logica del riciclaggio di vecchie fabbriche urbane, viene opposto  un più ambizioso  intento  di ridefinire lo spazio cittadino con  la forza del nuovo,  inteso non come segno originale a tutti i costi ma come proposta che scaturisce dall'interpretazione del preesistente.

 

OBIETTIVI

 La progettazione proposta è un'accurata esplorazione del probabile, nel senso di reperire funzioni adeguate e proporzionate al luogo.

Gli scopi da raggiungere per promuovere con il nuovo intervento "l'inversione degli attuali degradi fisici e funzionali" erano:

- bloccare il traffico di penetrazione diretta in piazza Matteotti e proveniente da via Giuriolo;

- eliminare il parcheggio in piazza Matteotti;

- riattivare quello stretto rapporto fisico e visivo che piazza Matteotti aveva con il fiume;

- dotare l'area di servizi adeguati all'importanza del luogo.

Partendo da queste ipotesi di lavoro si sono individuate come necessarie le seguenti attrezzature:

- una struttura alberghiera

- un autosilo

- un terminal per pullman

- un ufficio turistico con spazi per la "mostra città"

- una galleria d'arte moderna a completamento del museo in

Palazzo Chiericati

- un bar-ristorante

- spazi per esposizione dei prodotti dell'artigianato vicentino.

  

IL LUOGO

L'area si trova ai margini della città duecentesca, caratterizzata quest'ultima da una morfologia urbana  densa  di piccoli isolati  con  una  scala  familiare  di  strade  e piazze che creano il carattere di un ambiente fortemente  urbano.

In  questa  parte  di  città sono presenti diverse epoche storiche, ognuna con le sue tracce più o meno emergenti.

Palazzo  Chiericati fu costruito sulla distruzione  di case medievali,  l'epoca  delle   macchine  ha disposto una strada di penetrazione lungo il terrapieno di risulta dalla rettifica degli alvei dei fiumi, rompendo equilibri storici consolidati,modificando radicalmente identità e rapporti spaziali, facendo perdere a piazza Matteotti la sua  funzione originaria di luogo di aggregazione e facendola diventare sempre  più  zona  di transito e di parcheggio  di mezzi di trasporto leggeri e pesanti. Ora nell'area  dell'ex-Macello e sue adiacenze si devono progettare quei servizi indispensabili  per le odierne esigenze di carattere pratico e quindi realizzare una struttura alberghiera, un terminal automobilistico e per pullman, una galleria d'arte moderna e altri servizi turistici.

Un luogo carico di storia ma anche di contraddizioni : Palazzo Chiericati - il traffico veicolare - le nuove attrezzature di servizio, ognuno degli edifici o delle funzioni

potrebbe rivendicare per sé la dimensione ed anche la destinazione di tutto o parte del luogo. Palazzo Chiericati, come il più importante simbolo di questa parte della città, reclama un luogo di contemplazione e quindi di tranquillità. Il traffico veicolare, esige ampi spazi di sosta e di manovra. Le nuove attrezzature richiedono grandi volumi.

 

IL PROGETTO

 a) Concezione urbanistica

 La proposta progettuale si confronta con il contesto urbano,

scomponendosi in due diversi temi: un isolato a piazze  interne riprende e consolida     la morfologia urbana del nucleo "storico" della   città; un volume in linea, sovrastante  Viale Giuriolo, denuncia ed enfatizza architettonicamente l'operazione di rettifica dei fiumi e va  a riempire un "vuoto" stradale anonimo e inespressivo, generando una nuova relazione     spaziale e funzionale fra l'agglomerato urbano duecentesco e la città "espansa'.

Si è intervenuti dunque sull'area dell'ex-Macello per ricostruire un ambiente urbano corrispondente alla  immagine storica della città medioevale: l'area è stata concepita come un isolato con spazi interni pubblici e  cortili privati, ritagliati dai volumi esistenti e da quelli di progetto.

L'edificio della galleria d'arte moderna delimita con la sua testata l'invaso di piazza Matteotti eliminando l'attuale sfondamento sul lato sud-orientale della stessa, introdotto alla fine del secolo scorso con la realizzazione di Viale Giuriolo.

Con la demolizione del fabbricato dei Bagni Pubblici e della stazione delle autocorriere viene riattivato l'affaccio al fiume e all'altra sponda.

Un isolato con una sequenza continua di luoghi: lo spazio verso piazza Matteotti di nuovo  aperto sul Bacchiglione e destinato ad esposizione di sculture all'aperto, la piazzetta della galleria d'arte moderna con la zona archeologica dell'ex-Palazzo Piovene, la piazza di arrivo e scambio  del  traffico  veicolare. Questa piazza è delimita a sud dalla nuova "porta urbana", fiancheggiata da due torri-belvedere, e da un porticato per pullman con sovrastante loggiato aperto, e ad ovest dal "portale" a tre luci che la collega con Contra delle Barche.

b) Aspetti formali

La varietà dell'intervento - isolato urbano e fabbricato in linea - si manifesta anche nella configurazione esterna.

L'eterogeneità dei volumi di progetto fa resistenza al tentativo di imporre un disegno unico all'intero complesso, nonostante il progetto ricomponga in un insieme unitario l'area dell'ex-Macello con il vuoto di viale Giuriolo.

Pertanto gli edifici sono concepiti come entità autonome, ciascuna relazionata al contesto più immediato.

I fronti dell'isolato tentano di ricondurre l'impianto alla nozione di blocco edilizio urbano, riproponendone le tradizionali parti costitutive: basamento, sviluppo verticale, coronamento. La testata della galleria d'arte moderna, verso piazza Matteotti, ha una superficie di taglio che non entra in concorrenza con le architetture emergenti della piazza.

Su Contrà delle Barche le facciate si inseriscono  come qualcosa di naturale nella realtà esistente, esprimendo il senso di una continuità nello spazio e nel tempo.

L'intenzione non era quindi quella di creare una imitazione e di elaborare elementi storici, bensì il tentativo di porre gli edifici dell'isolato urbano di progetto  all'interno di un contesto storico, sulla  base del quale fossero comprensibili e interpretabili. Si tratta pertanto di un'architettura per un luogo del tutto definito, nel quale l'esistente e ciò che viene aggiunto, il vecchio e  il nuovo, si integrano e si commentano a vicenda.

Nessun disegno formale egemonico per l'isolato,  ma  solo  lavoro di ricucitura.

Per l'edificio in linea, sovrastante Viale Giuriolo, il  discorso formale è stato sviluppato adottando soluzioni geometricamente semplici e di forte impatto visivo.

La scelta di un ordine gigante è stata dettata da valutazioni di tipo ambientale: tenuto conto delle  prospettive abbastanza lunghe offerte dagli spazi circostanti, prevalentemente liberi, si è teso a fornire un'immagine  chiaramente definita e percepibile anche da un punto di vista lontano. I fronti sono cadenzati da elementi formali uniformemente distribuiti.

Le due torri-belvedere, contenitori dei percorsi verticali dell'autosilo, alludono alla "città gotica"  e si impongono come segno verticale nel paesaggio urbano.

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