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COSTRUIRE n. 82  - 1990

Questo edificio residenziale realizzato, nei pressi di Trento, lungo il pendio di un anfiteatro naturale  è - secondo il progettista - "una sfida a una situazione ambientale dove non si trova nessun riferimento di scala proprio per l'assenza di principi insediativi. L'edificio nega l'ambiente costruito circostante per legarsi all'ambiente naturale". In questo modo, si articola su sette livelli sfalsati per adeguare il volume all'andamento del pendio e adotta soluzioni edilizie consone a questa scelta di auto confronto. La copertura a terrazza, ad esempio, che consente la fruibilità panoramica come prolungamento dell'alloggio e risponde, in questo caso, alla ricerca di chiarezza e definizione formale. "Nessuna forma di copertura - scriveva nel 1927 Ernst May - può meglio di quella piana contrapporsi al caos dei diversi tipi di tetti che, per di più, sono generalmente realizzati nei più svariati colori e secondo le tecniche più disparate e hanno contribuito in misura rilevante a peggiorare l'aspetto delle nostre città e dei nostri paesi: non ci si rende conto del fatto che nessuna forma più del tetto a terrazza può diventare promotrice di una nuova unità stilistica". E una immagine "razionale" è quella che offre questo complesso: oltre alle coperture a terrazza, che disegnano linee parallele a scalare dalla quota più bassa (dove è previsto l'accesso veicolare) a quella più alta con la spaccatura centrale, gli edifici si compongono di aperture orizzontali ed elementi curvi verticali (le scale). Costruite in cemento armato per la struttura e in blocchi di laterizio per le murature portanti, le case sono state rifinite con materiali abituali: intonaco bianco, serramenti in alluminio verniciati rossi con vetri a doppia camera, pavimento in porfido all'esterno e di legno all'interno. Ma sono riconoscibili particolari disegnati e realizzati per connotare specificatamente l'intervento edilizio. E' il caso delle fioriere continue collocate sulle sette terrazze e destinate, secondo il progettista, a creare schermature di verde per meglio inserire il fabbricato nel contesto. Si tratta di elementi prefabbricati in calcestruzzo (metri 1,20 di profondità e 0,75 di altezza) con lo sporto di 70 centimetri rispetto al filo della facciata, disegnato a quarto di cerchio concavo, con uno scuretto di 25 centimetri riportato perimetralmente. Il nuovo cornicione aggettante che si determina sottolinea, insomma, l'andamento orizzontale del complesso. Che, con gli elementi curvi, assume progressivamente una particolare consistenza: le cinque scale semicircolari, gli arretramenti e gli avanzamenti del volume, raccordati con nodi curvilinei, per arrivare alla fenditura centrale ricoperta con una cupola di ferro e plexiglass. Trattato come strada interna, questo luogo semi-collettivo gode di una illuminazione con lampioni tipicamente urbani e si contrappone agli altri volumi circolari verticali. La ricchezza e l'esuberanza dei fronti laterali (nord-est e sud-ovest) del complesso è sottolineata dallo sforzo di ricreare un ordine gigante con colonne tonde sporgenti e parzialmente archi-travate e portali aggettanti ripetuti alternativamente nei diversi livelli su cui l'edificio si sviluppa con una volumetria degradante in scatti a terrazzo. Di sporgenze e complessità sono ricchi i diversi fronti: il gioco compositivo proposto é continuamente teso a elementi di simmetria e alla loro negazione. L'introduzione della spaccatura centrale nel trattamento della facciata verso monte, quale asse di simmetria, rivela una maggiore attenzione affidata alla scansione puntuale di pieni e vuoti. Al centro la strada interna, evidenziata dalla volta superiore, perfora la costruzione e avvia lo sguardo verso la valle e i monti che la circondano. Simboleggia e tenta di realizzare la volontà di relazione tra l'ambiente naturale e le persone . Con il progetto si interviene in una zona periferica sfavorevole caratterizzata da una edilizia sparsa che non risulta di grande qualità. Un paesaggio mosso entro il quale la nuova costruzione (con un ingombro longitudinale di metri 55,90), si pone come una presenza ben definita dai volumi sfalsati orizzontalmente e verticalmente a seguire l'andamento del terreno L'unico accesso viabilistico si trova in corrispondenza della quota più bassa dell'edificio; i garage e i posti macchina sono ricavati in alcuni piani interrati e collegati mediante percorsi interni di distribuzione alle singole unità abitative. Queste, articolate su uno o più livelli e orientate verso sud ovest, prevedono diverse possibilità di distribuzione interna.

Si organizzano con doppio o semplice affaccio, oppure su due piani con scala a chiocciola interna, utilizzando i vantaggi dello sviluppo verticale così da ottenere la migliore suddivisione dello spazio in varie zone funzionali. Ma sempre sono pensate in modo da consentire a chi sta dentro la casa di arrivare con lo sguardo alla valle.

Angelo Bugatti 

Struttura tradizionale per una volumetria a scalare che segue l'inclinazione del terreno: é la scelta di fondo di un edificio residenziale i cui fronti articolati e compatti ridisegnano un nuovo paesaggio in una zona periferica di Trento caratterizzata da un'edilizia di scarsa qualità

LA CASA SUL PENDIO

Tutti i nomi, tutti i numeri

Progetto, Calcoli strutturali, Direzione dei lavori:

ing. arch. Mario Basso

 

Impresa costruttrice: Impresa Giovanni Sartori — Trento

 

Superficie del lotto: 4.530 mq.

 

Superficie coperta: 1.540 mq.

Superficie di calpestio: 2.750 mq. (escluse terrazze)

Volume fuori terra: 7.643 mc.

Volume interrato: 3.450 mc.

Volume totale: 11.093 mc.

Importo globale dei lavori: 1.870 milioni

Costo unitario: Lit. 680.000/maq. (1988)

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